Sabato 12 giugno 2021, Diga di Mignano (PC).

Quale miglior regalo di compleanno se non un Triathlon e pure in versione Cross?

Sabato 12 giugno, Milano. Questa volta il cielo è limpido, non sarà come nel 2019. Partenza prevista per le 12. Sono le 8:15 e sono a Milano, zona Zara, per accompagnare “il Fotografo” ad una visita. Anche oggi non sarà con me :-(. Non ho moltissimo tempo, me ne rendo conto solo quando sono in tangenziale est. Motivo molto semplice: c’è traffico. Molto traffico. L’A1 presenta già delle code a tratti, per fortuna devo uscire a Fiorenzuola, circa 50 km dalla barriera. Sono nervoso, so che ci sono con i tempi ma non voglio arrivare con i minuti contati.

Ore 9: 30, uscita dall’autostrada, è andata bene! Ora sono molto più tranquillo, da qui in poi non dovrebbe esserci più nessuno. Così è, infatti. Arrivo alla diga, il posto è quello che conosco ed è molto bello. Sono più teso rispetto alla gara della domenica precedente, non so perché. Sarà il traffico che ho trovato, sarà che ho il pensiero di una gara più difficile. Non so. Appena parcheggio però si fa sentire il classico bisogno dei triatleti pre-gara. Scappa la popò: mi imbosco!

Preparazione bici. Arriva l’amico Gianluca, che bello rivederlo dopo così tanto tempo. Chiacchiero con Ilaria, l’unica compagna del ProPatria oltre a me oggi qui al Cross di Mignano. Ilaria, tra l’altro, mi racconta della sua avventura ai Campionati Italiani di Sestri Levante, di quanto sia stata dura! Brava Ilaria!

Il clima della gara è molto bello. Pochi partecipanti (meno di 100), tutti allegri e pronti a scambiare due parole. L’altro clima, ovvero quello atmosferico, è invece un problema. Certo meglio il sole che il fango e la pioggia di due anni fa… ma che caldo!!!! Sono praticamente sudato senza fare nulla.

Ore 10:30, come da programma apre la zona cambio. Io sto ancora parlando e sistemando la bici, me la sono presa comoda. Capisco che è ora di accelerare. Entro in zona cambio che si trova proprio sopra la diga, posiziono il tutto. Il panorama è molto bello. Cerco un angolino all’ombra per mettere la muta. Sudore. Mi dimentico di mettere la vasellina nelle gambe. Per errore forzo troppo e mi rendo conto di aver rotto la muta in 3 punti. Sono sinceramente dispiaciuto, so che a casa posso rimediare ma dovevo stare più attento. Consegno la borsa. Torno verso il lago, volevo fare due bracciate prima della partenza. Arrivo nei pressi del lago e… nooooo! “La mascherina!”. Torno di corsa (con la muta addosso) alla deposito borse, prendo la mascherina, ritorno al lago. Non faccio a tempo a buttarmi in acqua che sento il fischio del giudice… “tutti fuori dall’acqua”.

Ritorno in zona cambio, aspetto la mia chiamata (gruppi da 5) per raggiungere delle corsie create nel lago per la partenza. Per fortuna l’acqua è fresca e dentro ci si sta bene. Pochi minuti e fischio del giudice: si parte. Perdo subito tutti e 4 i miei “compagni di batteria”. Non riesco a tenere il loro passo e mi innervosisco. Il fiato si fa subito corto. Non ho riferimenti per la boa così continuo ad alzare la testa. Pochi minuti e sento che l’altra batteria mi raggiunge. Sono alla boa, so che devo fare una specie di inversione a U. Un altro atleta mi sale completamente sopra, senza minimamente guardare dove doveva girare. Mi fermo, faccio segno con la mano, vede che effettivamente tutti gli altri hanno un’altra traiettoria. Riprende a nuotare, lo faccio anche io ma sono poco concentrato sulle bracciate. La seconda boa non arriva più, so che è il tratto più lungo. Stringo i denti, la raggiungo. Svolto a destra, ora devo andare dritto, ce la devo mettere tutta. Mi rendo conto che non sto nuotando bene e non so perché. La vibrazione dell’orologio arriva che quasi vedo l’uscita. Solo 500m? Impossibile. Prima di uscire mi sento prendere per una gamba, vengo trascinato giù. Bevo. Mi rialzo. Una delle prime donne (le riconosco perché hanno la cuffia di un altro colore) mi ha usato come corsia e si è trascinata avanti! Non mi era mai capitata una cosa del genere, lo trovo un gesto assurdo. (Post gara ho riferito al giudice, che però non avendo visto non ci può fare nulla.)

Esco dall’acqua. Arrabbiato. Leggo 14 minuti. Se fossero davvero 750 metri non sarebbe un brutto tempo, ma ho la netta sensazione che erano almeno un centinaio in meno. Zona cambio. Infilo i calzini. Prendo la MTB. Via per il primo tratto di discesa. Mi rendo conto che potevo anche mollare di più i freni, la bici sembra tenere bene. Salita. E’ dura ma il primo tratto è su asfalto. Poi sterrato, mi vengono in mente le immagini del 2019 in un ambiente decisamente più “umido”. La salita si fa impegnativa, un passo falso del concorrente che mi precede e non riesco più a stare sulla sella. Scendo e spingo la bici. Sento il cuore battere all’impazzata dentro di me, la fatica è tanta e il caldo ancora di più. Inizia il tratto in saliscendi lungo il lago. Panorama bellissimo ma terreno difficile, parecchie pietre e molte vibrazioni che faccio fatica a gestire. Discesa. Mi lancio di più rispetto a prima. Prendo un sasso, non visto, e quasi cado… che spavento! Salita ancora, questa volta nonostante la pendenza notevole riesco a stare in sella. 12 chilometri davvero duri, non finiscono più! Ultima discesa, bella, la ricordavo con fango, ora è molto meglio. Piccola sorpresa finale: una pozzanghera gigantesca non evitabile. Esco con la bici completamente sporca! Giusto così altrimenti non sembrava un triathlon cross! Ultimo pezzo in asfalto e sono in zona cambio.

Parto per la corsa, sono solo. Sono molto stanco, cerco di individuare le tracce per non sbagliare strada, visto che appunto sono solo e non ho molti punti di riferimento. Salita, ancora! Ancora il cuore a mille, lo sento forte sul petto. Sono costretto a rallentare, sono troppo al limite e il caldo non mi aiuta. Quasi a fine salita sento dei bambini che fanno il tifo a tutti. Bellissimo e due cose positive: sono nel percorso corretto (non lo ricordavo proprio) e il loro sorriso mi dà la carica. Discesa. Brutta, dove ho picchiato la testa due anni fa. Però ora è tutto asciutto e in qualche modo le scarpe tengono. Ultimi chilometri, la strada sterrata poi la salita finale. Cerco un buon ritmo che mi riesce anche. I battiti sono sempre alti, il fiato corto. Peccato perché le gambe stanno bene e girano bene. Cerco di gestire le energie per la salita finale. Arrivo.

Non la mia miglior gara. Peccato per una frazione di nuoto che non mi so spiegare. Mancanza di concentrazione? Troppo teso (non mi sembrava…)? Boh. Sinceramente anche a distanza di giorni non riesco a capire bene. Per il resto una buona bici, mi sono divertito, devo dire che la versione “cross” rimane la mia preferita: no traffico, si è spesso soli in mezzo la natura. Corsa con troppo caldo, ma sono soddisfatto. Alla fine una bella gara, in un posto molto bello che si adatta alla perfezione per una gara di triathlon cross.

Un compleanno diverso, un compleanno da ricordare!

La mia gara su Garmin!

Le pochissime foto :-(, quanto si sente la mancanza del Fotografo ufficiale!!!!