Triuggio domenica 13 febbraio 2022.

Ore 8. Il tavolo della colazione è già pronto, come al solito. Le cose sono quelle che mangio di solito, giusto per non farsi venire mal di pancia strani. Il sole filtra tra i balconi, non è mattina presto. La notte non è andata benissimo e non per colpa del piccolo, che ha dormito abbastanza tranquillo. Io mi sono svegliato diverse volte… agitazione?

La strada per arrivare a Triuggio, in provincia di Monza-Brianza la conoscono, ho provato il percorso MTB due settimane prima della gara. Ottima cosa, perché so quello che mi aspetta. Il tempo passa veloce e in meno di mezz’ora sono al campo sportivo dove è posizionata la zona cambio, la partenza e l’arrivo. Beh direi gara comoda comoda…

Giro un po’ con la macchina, cerco di trovare un parcheggio “comodo” e che mi consenta di non rimanere incastrato con le chiusure della strada. Ci metto un bel po’ per trovarlo ma alla fine posiziono la macchina e scendo per andare a prendere il numero e il pacco gara. Non faccio a tempo ad aprire la portiera e… brrr. Freddo. Sì sì è proprio freddo quello che sento. Guardo la temperatura che segna la macchina… 2 gradi. E sti…. Questo non era previsto. Ma c’è il sole e spero che al momento della partenza, alle 11:30, sarà più caldo.

Prendo il numero, preparo la bici, torno in zona cambio. Sono tranquillo, so che la preparazione non c’è e ho un solo obiettivo: arrivare in fondo divertendomi. Aria da gara, bello respirarla! Porto la bici in zona cambio, controllo con la mia solita lista che sia tutto ok e cerco velocemente un bagno. Sarà il freddo, sarà la tensione pre-gara ma ho bisogno di un bagno!

Partiti! Mi metto in coda al gruppone, è inutile partire in testa e poi farsi superare. Il primo km procede tranquillo, 4 minuti e 16 secondi. Sono già al limite, ovvio, ma pensavo peggio. Secondo km, mi ripeto, 4:17. Sono oltre i 170bpm, con il nuovo Garmin FR 945 riesco a controllare meglio il battito. Ok. Inizia il terzo km, cerco di spingere un po’ di più, vedo la zona cambio.

Corro mi infilo le scarpe, corro ancora fuori. Tutto ok, tutto bene, zona cambio affrontata bene e veloce. Inizia la MTB. Vado tranquillo, so che c’è un tratto di avvicinamento al circuito da ripetere due volte. Mi immetto nel circuito, prima discesa, e primo stop. C’è traffico davanti a me e siamo tutti incastrati in uno dei passaggi complicati dove ovviamente chi non conosce bene il percorso. Sorrido. Non capisco proprio perché far partire le ragazze un minuto prima dei maschi. Senza nulla togliere, ci sono ragazze davvero brave in MTB, però è inevitabile che poi quando il percorso diventa “sigle track” succedano cose di questo tipo. Per la prima metà del percorso sarà così. Sembrava di essere in tangenziale a Milano il lunedì mattina. Vabbé. La seconda metà del percorso è più libera, mi accorgo che il tracciato è stato cambiato rispetto a quello che avevo provato. E’ stata rimossa una discesa bruttina, che non riuscivo a fare salito sulla bici quanto ho provato il percorso, in compenso si è aggiunta una salita bella impegnativa e anche qui niente da fare, devo scendere. Il percorso è… duro. Difficile, “nervoso”, continui sali e scendi. Ma è anche divertente e io mi sto divertendo. Non sto forzando la mano, sto andando secondo le mie possibilità. Potrei spingere di più ma so che sarebbe un azzardo. E infatti… metà del secondo giro, mentre sto facendo i calcoli a mente se posso essere raggiunto dai più forti (cosa che non può essere vera visto che stavano già correndo) comincio a sentire i primi segnali di crampi ai polpacci. Mi allungo, bevo, diminuisco per quanto possibile la forza sui pedali. Ultimo tratto divertente in leggera discesa e sono sulla via che mi riporta in zona cambio.

Scendo dalla bici, corro, appoggio la bici e via ancora fuori dalla zona cambio. Anche in questo caso transizione fatta bene, senza incertezze. Sono in un tratto non asfaltato e in leggera salita. Le gambe sono pesanti, pesantissime. Il battito è anche abbastanza buono, sono sì al limite ma non oltre la soglia. Primo km, 4:42. Eh sì bene ma non benissimo. Secondo km, inizia una leggera discesa, spingo e comincio a sentire odore di traguardo.

1h e 24 minuti in totale. All’arrivo mi volto, non ci sono molti altri concorrenti dietro di me. Vedo molta gente che già sta mangiando il panino. Capisco che non devo essere arrivato “tra i primi”. Ritiro una bottiglietta d’acqua, due parole con Ilaria e la promessa di vederci all’Elba, prendo la borsa e in un tiepido sole di febbraio mi cambio nel campetto da basket. Chiedo se posso prendere la bici ma mi dicono “tra 30 minuti”. Stendo un asciugamano, mi siedo. Accanto a me si siedono i giovani, quelli della Sai Frecce Bianche, quelli forti. Parlano, interessante l’approccio alla gara e come la commentano. Passano i 30 minuti, vado a prendere la bici e via a casa. Ore 14. In uno dei tanti semafori di Fulvio Testi guardo la classifica. 103esimo su 146. Um direi maluccio. 13esimo di categoria M1, su 20. La posizione peggiore quella della bici: 106esimo. Sono numeri. Mi sono divertito? Sì. Sono stanco? Sì. La rifarei? Certamente sì!

La mia gara su Garmin.

Le foto, grazie agli organizzatori, che le hanno messe a disposizione gratuitamente. Tra l’altro gara organizzata benissimo!